Un caro amico di Amnesty, Palden Gyatso, ci è venuto a trovare. Il monaco buddhista tibetano, che ha vissuto in detenzione quasi ininterrottamente dal 1959 al 1992. E’ stato accusato prima di aver preso parte alla rivolta contro l’occupazione cinese del Tibet e in seguito di aver fatto propaganda contro-rivoluzionaria.
“Incontrarlo e sentire la sua storia è un’esperienza molto intensa, per approfondire la conoscenza della situazione attuale del popolo tibetano, le cui rivendicazioni sono portate avanti anche con numerosi casi di auto-immolazione” – Alba Bonetti, Responsabile Amnesty International Lombardia.
Sul magazine Segnali di fumo un articolo a lui dedicato: “La straordinarietà della sua testimonianza è che nelle sue parole c’è certamente la ferma condanna delle violazioni dei diritti umani, la denuncia del regime cinese, ma c’è anche la convinta speranza che la tragedia che il suo amato paese sta vivendo avrà fine.Come dice il Dalai Lama ‘la vicenda di Palden rivela che i valori umani di compassione, pazienza e senso di responsabilità per le proprie azioni, che sono il fulcro di ogni pratica spirituale, sopravvivono ancora. La sua lezione sarà fonte di ispirazione per tutti noi…‘”