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Intervista a Maurizio Pallante che ha deciso di devolvere 3 euro ad Amnesty International per ogni copia venduta del suo ultimo libro.
Che cosa significa decrescita felice? Cosa comporta la crescita economica così come la conosciamo? Quali alternative possiamo adottare?
Maurizio Pallante, fondatore del movimento Decrescita Felice, torna a raccontare le sue idee in un libro, dal titolo “Incontro Maurizio Pallante”, un’intervista a cura di Romolo Perrotta per la collana “Incontri & Testimonianze”, Ipoc Press.
Per ogni copia venduta, Pallante, insieme all’editore ha deciso di devolvere 3 euro ad Amnesty International, una scelta dettata non solo da una condivisione ideale dell’operato dell’organizzazione ma per il legame intrinseco che unisce la difesa e l’estensione dei diritti umani alla ricerca di un sistema economico alternativo.
Jorgelina Casajus, responsabile Servizio Comunicazione Amnesty International Lombardia, ha incontrato Maurizio Pallante per approfondire alcuni punti cardine del suo movimento per un mondo più a misura d’uomo, in equilibrio con la natura.
Per capire cosa s’intenda con decrescita felice, spiega Pallante, bisogna innanzi tutto partire dall’esatta comprensione di cosa significa crescita economica, che fa dell’ incremento della produzione e del consumo di merci la sua priorità, portando gli esseri umani a diventare strumenti di questo obiettivo che travalica i loro interessi e crea ingiustizie sempre più gravi.
Il nostro sistema ci porta a confondere le merci con i beni ed è proprio questo errore che Pallante mira a correggere, “la decrescita è la riduzione delle merci che non sono beni e l’aumento di beni che non passano sotto forma di merci”.
“Nulla a che fare con la recessione perché quella è la riduzione generalizzata e incontrollata di tutta la produzione di merci, quelle utili e quelle inutili. La nostra è una riduzione selettiva e l’aumento della produzione in attività che abbiano un’utilità ”. La decrescita agisce sul sistema economico ma non è una teoria economica, piuttosto una concezione del mondo che ridefinisce una scala di valori dove in cima c’è il diritto alla vita non solo degli esseri umani ma di tutti i viventi, animali e vegetali. E’ necessario trovare un equilibrio, passare dall’antropocentrismo al biocentrismo, imparare a decrescere sviluppando tecnologie che ci facciano consumare meno e stili di vita che ci consentano di diminuire la nostra impronta ecologica.
Una visione, spiega Pallante, che si contrappone a quella di tutti i partiti politici, che pensano che la crescita sia un fatto positivo e che hanno risposto alla crisi scoppiata nel 2007-2008 con l’austerity oppure aumentando i redditi solo nell’ottica di aumentare la domanda.
“Quello che non si capisce è che aumentare la domanda non è solo un fatto monetario ma significa aggravare lo sfruttamento delle risorse della terra, acuire la crisi ecologica, aggravare le condizioni di quelli che non sono ancora nati”.
Se questa consapevolezza non arriva dal mondo della politica, è la società civile a doversi mobilitare, rivedendo completamente la propria scala di valori, per un agire etico e sostenibile. Un impegno al contempo del singolo e della collettività, perché il cambiamento può avvenire solo in una coesione di voci e movimenti. Ad oggi, l’adesione maggiore a questa nuova visione, osserva Pallante, è quella dei trentenni perché si rendono conto che questa società non gli offre un futuro.
“Io ho sempre pensato che la vita non sia quello che si può riassumere con tre verbi: lavora, consuma e crepa, perché non ha senso, bisogna avere degli ideali, spendere la propria esistenza per una buona causa”. Lungi dal voler fornire una ricetta sul buon agire, Maurizio Pallante, preferisce ricordare un insegnamento, quello della parabola dei talenti, invitando ognuno a sfruttarli. “E’ questo il senso della vita e sono i giovani che devono impostarla in modo che alla fine non se ne pentano e che possano dire, l’ho spesa come valeva la pena spenderla”.
“Incontro Maurizio Pallante” di Maurizio Pallante e Romolo Perrotta. 80 pagine, edizione Ipoc Press
Il video dell’intervista a Maurizio Pallante