Il Pride, è un insieme di manifestazioni promosse dal movimento LGBTI+. Ogni Pride, in ogni città, unisce la volontà di associazioni del territorio che si riconoscono nei principi di uguaglianza e nella necessità di difendere i diritti di tutti e di combattere ogni forma di discriminazione. Dal sito amnesty.it: “Gli attacchi ai valori su cui si basano i diritti umani hanno assunto vaste proporzioni, prendendo di mira le persone, fisicamente, psicologicamente e verbalmente, a causa della loro appartenenza a un gruppo, apparenza fisica, genere e sessualità. Spesso senza che i governi agiscano in loro difesa. (…) Scendiamo in strada per ribadire la nostra richiesta di estendere la “Legge Mancino” ai crimini di natura omofobica e transfobica e contestiamo la mancata equiparazione sul piano legale delle coppie omosessuali a quelle eterosessuali.”
Nel frattempo a Verona, Taranto, Modena, Perugia, Padova e Roma, tra le altre città dove è previsto il Pride, l’Onda è già in movimento. A Roma si stima che hanno partecipato 700.000 persone . Tutti per ricordare che c’è anche molto da fare e che è necessario partecipare tutti.
Amnesty International Lombardia vi invita ai Pride di Varese (15/06), Brescia (15/06) e MIlano (29/06)- Un gruppo di Amnesty sarà presente a Milano per distribuire materiale e informare sulle attività di Amnesty in Lombardia.
ONDA PRIDE: GIUSTIZIA PER MARIELLE E ZAK
L’onda Pride sarà anche l’occasione per continuare a chiedere giustizia per Marielle Franco, instancabile attivista brasiliana in prima linea per i diritti delle donne nere, dei giovani nelle favelas, delle persone Lgbti e delle comunità emarginate, uccisa in un agguato a Rio de Janeiro nella notte tra il 14 e il 15 marzo 2018. Chiediamo che i mandanti del suo brutale assassinio vengano individuati.
Chiediamo verità e giustizia anche per Zak Kostopoulos, attivista queer e difensore dei diritti delle persone Lgbti e HIV positive in Grecia. Il 21 settembre 2018, Zak è stato brutalmente picchiato da due uomini in un negozio nel centro di Atene. Un video mostra l’arrivo della polizia sulla scena del pestaggio, e riprende gli agenti che usando una violenza inaudita lo arrestano mentre giace al suolo agonizzante. Zak è morto a seguito delle ferite multiple riportate, e la famiglia, gli amici e tutta la comunità di chi difende i diritti umani continua a chiedere giustizia.
E nel frattempo arrivano le foto di quest’onda colorata e gioiosa. Un’onda talmente travolgente che è chiaro che tutti, ma proprio tutti, vogliamo garantiti i diritti LGBTi.