In Egitto, anche un insegnante vittima di esecuzione extra giudiziale
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Pubblichiamo un’estratto dell’articolo dell’8 agosto su amnesty.it:
Al termine di quattro mesi di ricerche e verifiche, Amnesty International è giunta alla conclusione che un insegnante scomparso dopo l’arresto il 9 aprile in Egitto sia stato vittima di un’esecuzione extragiudiziale.
Le testimonianze oculari, quelle di colleghi e familiari e le prove documentali raccolte da Amnesty International indicano che Mohamed Abdelsatar venne arrestato nella scuola dove insegnava, l’istituto “Abdel Samie Saloma“, affiliato al centro d’insegnamento religioso di al-Azhar, nel governatorato di Behira. Questa conclusione smentisce quanto dichiarato il ministero dell’Interno il 6 maggio, ossia che l’uomo era stato ucciso nel corso di uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza.
“La sparizione e la morte in custodia di Mohamed Abdelsatar costituiscono l’ultima di una terribile sequenza di esecuzioni extragiudiziali in Egitto. Queste uccisioni illegali sono di norma celebrate come successi nella ‘liquidazione dei terroristi’ da parte della polizia, certa che non verrà sottoposta a indagini per questi crimini“, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty International.
Nel frattempo, manteniamo alta l’attenzione per scoprire la verità sulla morte di Giulio Regeni .
Il 24 luglio 2017, alla vigilia del 18° mese dalla sparizione di Giulio, Amnesty International Italia ha scritto al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiedendo se, dopo la recente missione nella capitale egiziana di una delegazione della Commissione difesa del Senato, la posizione del governo sul mancato ritorno dell’ambasciatore abbia subito mutazioni.
“C’è il concreto pericolo che le violazioni dei diritti umani in Egitto vengano messe sotto il tappeto e che l’Unione europea dia priorità alla sicurezza, all’immigrazione e ai rapporti commerciali a spese dei diritti umani. L’Unione europea dovrà dire all’Egitto, il 25 luglio e in seguito, che non accetterà compromessi in questo senso”, ha dichiarato David Nichols, responsabile di Amnesty International per la politica estera dell’Unione europea.