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#iorestoacasa
Continuiamo con la nostra serie di piccoli suggerimenti per arricchire il nostro tempo a casa. E questa volta lo facciamo, come avverrà da oggi per ogni giovedì, presentandovi un libro.
Il tema di questa settimana è l’hate speech e i discorsi d’odio e a questo proposito vi raccontiamo di un libro: “Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online” (Scholé-Morcelliana, 2018), con prefazione di Pier Cesare Rivoltella, direttore del CREMIT ( Centro di Ricerca sull’Educazione ai media dell’Informazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica, e con postfazione di Milena Santerini, direttrice del Centro di Ricerca sulle Relazioni Intercultuali dell’Università Cattolica.
L’Editrice Morelliana, a proposito del libro dice: Odio online, razzismi 2.0, hate speech e ostilità verso l’altro: la diffusione di azioni e linguaggi violenti nel Web preoccupa chi cerca risposte educative. Questo libro (…) propone un nuovo modo di pensare la media education, facendola uscire dal recinto dell’educazione formale per promuoverne l’incontro con la prevenzione e la cittadinanza. Insieme al pensiero critico occorre sviluppare responsabilità; in questa direzione sono analizzate le varie caratteristiche dell’ambiente digitale, come la velocità, l’anonimato, l’autorialità, il ruolo delle immagini e del flaming, nonché alcune conversazioni via social network sulle performances razziste degli adolescenti: un caso di etnografia virtuale, ma anche un tentativo di educazione alla riflessività.
Del libro Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, nella sua recensione per Agoràvox, spiega: “Ora, nel suo “Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online”, Pasta descrive le diverse forme di razzismo (alcune di ritorno, favorite dalla mediazione di uno schermo e di una tastiera ma persino ostentate, altre nuove) presenti sui social media, scarsamente e inadeguatamente sanzionate. (…) Parole ieri impronunciabili vengono pronunciate, vocabolari offensivi vengono in soccorso di chi cerca espressioni per esprimere il suo astio. Il tutto amplificato da un’eco (maiuscolo e genere femminile, perché Eco aveva già preannunciato come sarebbe andata a finire sulla Rete) che rimbalza e propaga frasi intrise di odio contro vecchie e nuove minoranze.
Pasta spiega i meccanismi che assecondano la diffusione dell’odio on line ma dedica molto spazio all’analisi di buone pratiche per contrastarlo. L’analisi è sociologica, la proposta è educativa e risponde ad alcuni attuali interrogativi: come si risponde all’odio verso l’altro? Come si crea la responsabilità per l’uso del linguaggio? Come promuovere gli anticorpi presenti nella Rete e l’attivismo digitale?” Domande fondamentali che possono incoraggiarci ad agire in un a direzione attiva e propositiva su questo tema.
Buona lettura!
Stefano Pasta, dottore di ricerca in Pedagogia, è assegnista presso il Centro di Ricerca sull’Educazione ai media dell’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si occupa di educazione alla cittadinanza nell’ambiente digitale. Ha vinto il premio Giovane Ricercatore 2017 della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale (SIREM). È membro del Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. È esperto d’interventi a contrasto delle discriminazioni, e in particolare della presenza di rom e sinti in Italia, su cui ha realizzato la guida multimediale Giving memory a future. Ha scritto saggi sull’intercultura, sui flussi migratori e sulla didattica della Shoah. Giornalista professionista, collabora con diverse testate nazionali (Avvenire, la Repubblica.it, Corriere della Sera.it, Famiglia cristiana). Nel 2011 ha vinto per l’Italia il premio “EU journalism Award – Together against discrimination!” della Commissione Europea.
Se vi interessa saperne di più, l’editrice Morcelliana condivide online dei documenti molto interessanti, ad esempio il video con l’intervento dell’autore a Il Sabbatico.