Da oggi continuiamo con la presentazione, nel nostro sito, di un tema che ci guiderà sugli appelli da condividere con voi, e sui consigli di film e libri per la settimana.
Il tema che abbiamo scelto per questa settimana è quello del commercio d’armi. In questo periodo in cui i media sono impegnati a diffondere informazioni sul coronavirus, dove il focus dell’informazione è soprattutto sulla condizione di salute di milioni di persone, si perde di vista invece la condizione di molti paesi che sono ancora in guerra, popoli messi in ginocchio da fame, sete e guerra minacciati adesso anche dal virus.
Il 23 marzo Guterrez (ONU) aveva chiesto l’immediato cessate il fuoco globale, dichiarando “Non dimentichiamo che nei Paesi in guerra i sistemi sanitari hanno collassato e il personale sanitario, già ridotto, è stato spesso preso di mira. Rifugiati e sfollati a causa di conflitti sono doppiamente vulnerabili. La furia del virus illustra la follia della guerra”.
Questo messaggio è stato poi rilanciato da 53 paesi membri delle Nazioni Unite e dal Papa.
Per il momento pare che la richiesta sia stata accolta su più fronti. L’8 aprile in Yemen la coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale per due settimane e così è stato anche in altri fronti di conflitto come Camerun e Filippine (fonte Repubblica).
Ma non bisogna dimenticare che il cessate il fuoco finirà, probabilmente, e che uno dei paesi esportatori d’armi è l’Italia. Un embargo alla Turchia è stato annunciato nel mese di ottobre del 2019, ma non esiste ancora atto formale, nemmeno per quanto riguarda le vendite future. Sul sito di Amnesty Italia si legge che “Negli ultimi quattro anni l’Italia ha autorizzato forniture militari per 890 milioni di euro e consegnato materiale di armamento per 463 milioni di euro. Nel 2018 sono state concesse 70 licenze di esportazione definitiva per un controvalore di oltre 360 milioni di euro. Tra i materiali autorizzati: armi o sistemi d’arma di calibro superiore ai 19.7 mm, munizioni, bombe, siluri, razzi, missili e accessori oltre ad apparecchiature per la direzione del tiro, aeromobili e software”.
Per quanto riguarda l’Arabia Saudita, l’Italia fornisce bombe aeree che poi vengono utilizzate nella guerra contro lo Yemen, in contrasto con la legge italiana 185 del 1990, che regolamenta questa materia e che afferma che le esportazioni di armamenti sono vietate non solo verso le nazioni sotto embargo internazionale ma anche ai Paesi in stato di conflitto armato e la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione della Repubblica.
Il 25 marzo, 5° anniversario della guerra nello Yemen, ha avuto luogo una manifestazione online per denunciare le violazioni dei diritti umani e la situazione di emergenza sanitaria ed economica in cui si trova la popolazione.
foto Oxfam Italia precedente al DPCM del 4|03|2020 Coronavirus
Su questo LINK potete trovare il report del 2019 “Delegare le responsabilità”, di Amnesty International – troverete i report in .PDF da scaricare.
Continuiamo a tenere alta l’attenzione sul tema, e vi preghiamo di firmare gli appelli: