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“L’idea che vi fosse un gruppo di persone che in sé possedevano sia la condizione di essere omosessuali o transessuali, sia la condizione di essere persone in divisa, mi sembrava dirompente rispetto agli stereotipi esistenti nel mondo LGBTI, nel mondo delle forze dell’ordine e in generale nella società italiana, dove ogni aspetto tende a essere ideologizzato: essere omosessuali è di sinistra, essere poliziotti è di destra. Queste due caratteristiche apparentemente in conflitto, questa discrepanza, per me era molto interessante. Di fatto come LGBTI in divisa ci troviamo a vivere una doppia discriminazione: come omosessuali nei nostri ambienti di lavoro e non, e come persone in divisa nell’ambiente LGBTI e non.”
Il libro di Carlo Scovino Questo odio non ti somiglia. Omosessualità in divisa (Rogas Edizioni) affronta il tema delle discriminazioni nei confronti del personale LGBT delle forze di polizia e delle forze armate. È un argomento che si sta dibattendo e sta uscendo dall’ambito ristretto delle caserme, dove ancora permane una certa cultura machista e maschilista. Ma come la Storia ci ha insegnato niente è immutabile: i processi culturali e le grandi trasformazioni sociali richiedono molto tempo e, come sostiene l’autore, la strada è aperta. Nonostante l’assenza di una legge contro l’omofobia, la transfobia e la bisfobia e nonostante la ricomparsa di atti omofibici, il cambiamento sta già avvenendo nelle pratiche quotidiane di resistenza e resilienza e nel contesto economico.
Se si vuole ribaltare la polemica fuorviante, astorica e ascientifica occorre insistere, e resistere, sulla formulazione di un nuovo modo di dire le cose, di nominare l’innominato e l’innominabile: dentro le uniformi di poliziotti e militari vivono corpi, anime e menti di persone che sono anche gay, lesbiche o transgender, e il loro orientamento sessuale non inficia le loro funzioni.
Come tutti i cittadini anche le persone omosessuali e transgender contribuiscono a pagare le tasse, allo sviluppo del Paese, alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla fama del made in Italy ovunque nel mondo, ma vengono discriminati davanti alla legge. La persona omosessuale non deve costituire uno specifico sociale: essere gay, essere lesbica o transgender non è una “cosa” buona né una “cosa” cattiva. Le scelte sessuali di ognuno non devono costituire un argomento di discussione politica. Le scelte di due persone dello stesso sesso che decidono di amarsi toccano molti aspetti sia di natura privata, che la legge non deve attraversare (quali ad esempio la sessualità, l’amore, l’affetto, il mutuo sostegno, l’amicizia), che di natura pubblica (il diritto all’assistenza, al riconoscimento civile di quell’unione, il diritto alla non discriminazione nei luoghi di lavoro, all’accesso alle cure, alle questioni di carattere economico e patrimoniale).
Unknown-1All’interno del libro la parola che ricorre spesso è umanità. Martha Nussbaum, celebre filosofa statunitense di impostazione liberale e molto attenta alle questioni legate alla libertà, all’uguaglianza davanti alla legge e alla non discriminazione, afferma che il disgusto e la vergogna sono in una posizione reciprocamente gerarchica. Ambedue queste dimensioni sovrastano i ranghi e gli ordinamenti degli esseri umani: esse sono inoltre reciprocamente connesse con la restrizione della libertà nei campi in cui la condotta non è dannosa. Per entrambe queste ragioni chiunque persegua i valori democratici chiave di eguaglianza e libertà, può essere profondamente perplesso ad appellarsi alle emozioni del disgusto e della vergogna nell’ambito della legge e della politica.
Anche il mondo militare è una realtà dove vivono e lavorano persone che hanno un orientamento omosessuale, e nell’ottica di una sempre maggiore e inclusiva sensibilità e del riconoscimento dei diritti umani e civili è necessaria una riflessione pubblica che non è più procrastinabile. Nel libro un intero capitolo è dedicato all’associazione Polis Aperta (Associazione italiana di poliziotti e militari LGBT) e all’EGPA (European LGBT Police Association), e un altro all’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori (OSCAD), organismo istituito nel settembre 2010 per rispondere operativamente alla domanda di sicurezza delle persone appartenenti a “categorie vulnerabili”, e dare un ulteriore impulso alle attività svolte dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri in materia di prevenzione e contrasto di atti di discriminazione e di crimini di odio.
Carlo Scovino, dottore in scienze della formazione, pedagogista, docente a contratto per l’Università degli Studi di Milano, formatore e molto altro, sviluppa questi temi con notevole efficacia. Il libro ha inoltre ricevuto il patrocinio di Amnesty International con la seguente motivazione: “È un testo ampio, dettagliato, ricco di approfondimenti e di racconti di esperienze personali. Tutto ciò passa attraverso la chiave di lettura del rispetto dei diritti umani e permette a chi lo legge di conoscere meglio una realtà che esiste ma non ha ancora trovato adeguati spazi per essere raccontata e per raccontarsi. Questo libro rappresenta uno di questi spazi, ed è benvenuto”.
Carlo Scovino