Giulio Regeni: ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo – La dichiarazione di Amnesty
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E’ recente la notizia del ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Angelino Alfano. L’8 aprile 2016 l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva richiamato l’ambasciatore dal Cairo, Maurizio Massari. Già il 24 luglio in una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi chiedeva se, dopo la recente missione nella capitale egiziana di una delegazione della Commissione difesa del Senato, la posizione del governo sul mancato ritorno dell’ambasciatore fosse cambiata. Si faceva riferimento a quanto riportato dal portale indipendente egiziano Mada Masr circa il possibile ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo nel mese di settembre, che sarebbe stato annunciato dalla stessa delegazione parlamentare italiana. (ANSA).
La notizia della decisione di rimandare l’ambasciatore italiano in Egitto è stata così commentata dal presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi:
“A meno di mezz’ora da quando è stata data la notizia che la procura di Roma ha ricevuto alcuni documenti ulteriori dalle autorità egiziane, il governo ha preso una decisione grave: quella di rinunciare all’unico strumento di pressione per ottenere verità nel caso di Giulio Regeni di cui l’Italia finora disponeva. Ora tocca al governo dimostrare che questa mossa temeraria può servire davvero, com’è stato sostenuto, a ottenere ‘verità per Giulio’. E che non si tratta solo di una giustificazione maldestra della scelta di sacrificare i diritti umani sull’altare di altri interessi. Quel che è certo è che Amnesty rimane al fianco della famiglia Regeni e che la battaglia per la verità per Giulio non si ferma“.
Lo striscione giallo “Verità per Giulio Regeni” ha fatto il giro del mondo. Insieme a La Repubblica da febbraio 2016 abbiamo lanciato una campagna per non permettere che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante “inchieste in corso” o peggio, per essere collocato nel passato da una “versione ufficiale” del governo del Cairo.