#vorreistareacasa: l’appello delle associazioni impegnate al fianco delle persone senza dimora
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L’associazione Avvocato di Strada, che si occupa dell’assistenza legale dei senza dimora, lancia una nuova campagna #vorreistareacasa chiedendo di ”occuparsi, e in fretta, di chi non ha un tetto sulla testa ed è costretto a vagare per le città. Diciamo da più di vent’anni che chi vive in strada ha bisogno di una casa e di una residenza per potersi curare ma oggi, ai tempi del coronavirus, queste necessità assumono una drammatica urgenza. Insieme alla fio. PSD e alle centinaia di associazioni che in tutta Italia si occupano di persone senza dimora sollecitiamo i sindaci di tutta Italia a trovare una collocazione a queste persone anche iscrivendole in tempi brevissimi nelle liste anagrafiche, in modo che a tutti sia garantita l’assistenza sanitaria. Oggi più che mai è evidente che il diritto alla salute è un diritto collettivo: se tutti siamo curati, diminuisce il rischio dei contagi”, sottolinea l’associazione.
In particolare, la sede milanese della onlus sottolinea l’episodio del senza fissa dimora di nazionalità ucraina, con regolare permesso di soggiorno, denunciato a Milano da una volante del commissariato di Polizia di Lambrate “in quanto non ottemperava alle disposizioni del decreto con le norme per il contenimento del coronavirus.” La Questura di Milano ha fatto sapere che la denuncia non andrà avanti e che tutti i senzatetto non verranno né sanzionati né denunciati per l’inosservanza del decreto, “ma notizie come questa, oltre a lasciarci un gusto amaro – sottolinea l’associazione -, ci devono fare riflettere sulla condizione dei senza fissa dimora e devono essere uno stimolo per tutti, soprattutto per le Autorità, per trovare delle soluzioni”.
Anche Amnesty International si schiera a fianco dei più fragili, ricordando sul sito ufficiale che la sfida posta dalla pandemia del Covid-19 pone un duplice problema di diritti umani:salute e alloggio adeguato.
Il diritto alla salute è un diritto universale, che dev’essere garantito a tutti a prescindere dalla loro condizione, status od origine.
Nel momento in cui le autorità invitano la popolazione a rimanere in casa, è necessario che sia garantito un altro diritto fondamentale: quello a un alloggio adeguato.
Come è stato recentemente messo in evidenza, tanto dalle associazioni di volontariato laiche e religiose quanto dallo stesso capo della Protezione civile, occorre garantire il diritto alla salute anche alle oltre 50.000 personeche in Italia vivono in strada, in situazioni di estrema precarietà, isolatamente o in quelli che potrebbero essere definiti assembramenti di necessità. La loro salute è a rischio, così come la salute di tutte le persone che incrociano.
Le persone senza fissa dimora, infrangendo il divieto di rimanere in casa senza una valida giustificazione, rischiano per di più di essere denunciate per inosservanza di un provvedimento dell’autorità, che secondo l’art. 650 del codice penale prevede l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro.
L’appello a rimanere in casa avrà pieno senso solo se, pur in questo difficile momento, le autorità competenti assicureranno un alloggio provvisorio ma adeguato e sicuro alle persone che non hanno una casa in cui restare.