Welcome to North Korea o come ti contesto una dittatura
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Il comunicato stampa parte da una citazione: “in Corea del Nord centinaia di migliaia di persone vivono nei campi di prigionia nelle più disumane condizioni immaginabili, fuori dalla vista del resto del mondo e private di quasi tutte le protezioni relative ai diritti umani”. Le parole sono di Rajiv Narajan, Amnesty International.
L’opera, che sicuramente solleva polemica e sorprende (avevamo visto già sui social le gigantografie di Kim Jong-Un sui tetti milanesi), è stata realizzata da Max Papeschi. L’installazione descrive la mostruosità del regime di Pyongyang, camuffando ed edulcorando la propaganda di regime fino a renderla accattivante.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica , proiettando gli spettatori in una dimensione ludica in contrasto con le atrocità dei fatti narrati.
Da parte sua, Amnesty ha più volte denunciato gli abusi commessi dui diritti umani nella Corea del Nord, e in questo momento c’è in corso la campagna “CONNECTION DENIED”.
All’installazione seguirà un tour internazionale.
Ci sarà anche un temporary store, “made in North Korea”, durante i giorni 22 e 23 aprile, in Piazza Piemonte. I gadget in vendita sono stati creati per la mostra da Kahuna Project a favore di Amnesty International.