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Bernardo Caal Xol, un insegnante guatemalteco di 50 anni, sindacalista e difensore dei diritti del popolo nativo Maya Q’eqchi’ era stato arrestato e detenuto il 30 gennaio 2018 per il suo impegno in difesa della terra e di fiumi nel dipartimento di Alta Verapaz, nel nord del Guatemala,
Nonostante la mancanza di prove a sostenere le accuse il 9 novembre 2018 era stato condannato a 7 anni e 4 mesi di prigione per rapina aggravata e sequestro di persona
Il 16 luglio 2020 Amnesty International aveva adottato Bernardo Caal come prigioniero di coscienza. Il difensore dei diritti umani guatemalteco era stato uno degli individui inclusi nell’annuale globale azione Write for Rights 2021, durante la quale persone in tutto il mondo si erano attivate con circa mezzo milione di firme chiedendo il rilascio di Bernardo.
Il 24 marzo 2022 Bernardo Caal è stato scarcerato “per buona condotta”.
Qui le parole piene di forza che Bernardl Caal ha lasciato in un video a ringraziamento per il supporto ricevuto, e incitamento a continuare a sostenere i difensori dei diritti umani che soprattutto in America Latina rischiano la vita per la loro attività.
“Questo video è per inviare tanti saluti, forte incoraggiamento e molti ringraziamenti a tutte le persone che fanno parte di Amnesty International, che si trovano nel proprio paese, in tutto il mondo, svolgendo un importante lavoro umanitario.
Io, Bernardo Caal Xol, del popolo Maya Q’eqchi’ del Guatemala, sono molto grato a ciascuno e a ciascuna di voi. Mi avete dato speranza nella giustizia, nella libertà e nell’uguaglianza che devono prevalere in ciascun popolo e nazione.
Il Guatemala, dopo un conflitto armato durato 36 anni, sta attraversando la peggiore crisi del sistema giudiziario e un’enorme repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani. Molti di loro vanno in esilio, cercando di salvare la propria vita. Procuratori e giudici indipendenti hanno dovuto lasciare il Guatemala con tutte le loro famiglie perché in pericolo.
Con la mia gente e con la mia comunità alziamo semplicemente la nostra voce per la difesa del fiume Cahabón e del fiume Oxee’k in modo che non vengano deviati, e intubati da parte di persone che cercano di trarre vantaggio e fare affari con la corrente dei nostri fiumi.
Sono stato perseguitato, criminalizzato e imprigionato. Per quattro anni e due mesi ho provato la tortura di essere in carcere. Quattro anni e due mesi che sono stati di dolore, di ansia e di incertezza. Ma voi, Amnesty International, mi avete dato la speranza della libertà e ora sono libero. Adesso sto con la mia famiglia, le mie figlie, mia moglie. Mia madre ha già pianto di gioia nel vedermi liberato.
Grazie a ciascuno e a ciascuna di voi per aver diffuso e condiviso le mie lettere. Grazie per avermi dichiarato prigioniero di coscienza in Guatemala. Erika Guevara (ndr. Direttrice per le Americhe di AI) mi ha anche parlato delle lettere che voi avete raccolto da tutto il mondo. Sarà un’ottima notizia, e una gran felicità, quando me le consegneranno. E’ parte della storia della lotta dei nostri popoli. Un abbraccio a ciascuna, un abbraccio a ciascuno.
Ci sono ancora procedimenti pendenti contro di me nei tribunali di giustizia. Sto ancora aspettando, qui in Guatemala, le decisioni dei tribunali sulla giustizia, in particolare sul pacchetto di crimini che hanno costruito per mettermi a tacere, per ridurmi al silenzio.
Chiedo solo che continuiate ad accompagnarmi e che continuiamo ad alzare la voce in tutto il mondo affinché i difensori dei diritti umani non continuino più a essere criminalizzati, specialmente in America Latina, dove esiste una politica di espropriazione e saccheggio, e i difensori dei diritti umani continuano ad essere presi di mira.
Andiamo avanti, compagni e compagne!”
Bernardo Caal Xol
I ringraziamenti in video di Bernardo Caal Xol
Coordinamento America Latina Amnesty Italia