In questo periodo è meglio non fidarsi dei russi. Avevano dichiarato di disapprovare la violenza della repressione in Myanmar, ma alla parata del 27 marzo che celebrava la giornata delle forze armate, al fianco del generale Min Aung Hlaing c’era il viceministro della difesa Alexander Fomin: le preoccupazioni dei giorni precedenti erano svanite nel nullaContinua
La Cambogia, stato nel Sud-Est asiatico, si definisce il Regno delle Meraviglie. Forse apparentemente è proprio così. Da un lato, vi sono i paesaggi stupendi, la natura incontaminata e i templi antichi di Angkor Wat. Dall’altro lato è però un Paese ancorato alle sue tradizioni millenarie e ricco di contraddizioni socio-culturali. In questo contesto, leContinua
Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. A livello internazionale, la situazione è mutata radicalmente nel tempo a seguito della ratifica di trattati internazionali (CEDAW, Convenzione di Istanbul). In tal modo, le violenze nei confronti delle donne sono passateContinua
“Sembra che il no di una donna non valga quanto quello di un uomo” è la semplice valutazione espressa da Tina Marinari in apertura alla campagna “Io lo chiedo”, promossa da Amnesty International. La Convenzione di Istanbul, ratificata nel nostro paese nel 2013, ha rappresentato l’introduzione di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per la tutelaContinua
Dal sito Amnesty.it: “Dal 25 marzo 2015 una coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita e sostenuta da Stati Uniti e Regno Unito, ha lanciato attacchi aerei contro il gruppo armato huthi in Yemen. I civili stanno sopportando il peso di questo sanguinoso conflitto. Intrappolati nei combattimenti a terra tra gli huthi e le forze filogovernative, e sotto il fuoco dei bombardamenti da parte delle forze della coalizioneContinua
Dopo il G8 di Genova del 2001, molti degli agenti di polizia che hanno commesso gravi violazioni ai diritti umani sono ancora impuniti. La difficoltà maggiore sta nell’impossibilità di identificare chi ha commesso quelle violazioni. Amnesty ha più volte chiesto di utilizzare dei codici identificativi per le forze di polizia, sia come segnale di trasparenzaContinua