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Secondo Virginia Woolf, con una metafora che precorre l’analisi decostruttiva di Luce Irigaray in Speculum, la discriminazione di genere ha irretito nei secoli le donne nella “funzione di specchi”, dotati del potere di riflettere la figura dell’uomo, per di più “raddoppiata”, mentre resta nell’oscurità la differenza femminile, destinata a rimanere nell’impensato se rifiutiamo di dirigere, con tutti i nostri sensi, la nostra attenzione verso l’ordine simbolico del mondo maschile, ancora dominante.
Le analisi di Georges Duby hanno aperto alla consapevolezza che i silenzi nella storia non significano assenza ma omissione. Gli esseri umani, sottolinea Duby, regolano il loro comportamento in funzione non della loro reale condizione ma dell’immagine che se ne fanno. I contributi, sempre più importanti, aperti dalla cultura femminista alla storia delle donne hanno fatto comprendere come contrastare la discriminazione di genere e il perpetuarsi dei modelli della società patriarcale significhi anche rendere le donne visibili, farle emergere dalla storia, sottrarle alle molte forme di rimozione che la ricerca storica incontra quando scava nella narrazione accreditata degli eventi, per ampliare faticosamente lo sguardo sulla complessità del reale.
Maria Attanasio rivela nelle sue opere il lungo e appassionato studio che le consente di riportare in luce una grande varietà di figure ed esperienze femminili, sepolte o seminascoste sotto la superficie della cronaca o della narrazione storica. I racconti raccolti sotto il titolo Lo splendore del niente restituiscono storie “soprattutto di donne – ribelli, non rassegnate – di cui spesso resta solo un gesto, un dettaglio, impigliato in vecchi libri o nelle scritture di cronisti locali”. Solo la scrittura può ridare a loro “parola e identità”. Come Attanasio intenda il lavoro della scrittura è un tema emerso anche nell’incontro organizzato in streaming dalla Libreria delle Donne di Milano il 30 gennaio 2021.
La ragazza di Marsiglia è Rosalia Montmasson, per 25 anni moglie di Francesco Crispi, forse unica donna (parte di un esiguo numero secondo altre fonti) a partecipare nel 1860 alla spedizione dei Mille in Sicilia. Francesco Crispi è figura controversa; tale risulta anche dal romanzo di Attanasio che aggiunge preziosi tasselli non solo alla storia delle donne ma anche alla travagliata vicenda del Risorgimento italiano, nelle sue componenti democratiche, libertarie, anticlericali, socialiste (l’esule Giuseppe Mazzini, con il suo verbo rivoluzionario rivolto ai fratelli, poco corrisponde alle immagini retoriche della storia patria e delle statue di marmo nelle innumerevoli piazze italiane a lui dedicate) che si scontrarono e il più delle volte dovettero incontrarsi con quelle liberali, liberiste, monarchiche, conservatrici. E altro, se teniamo conto dell’idea di stato-nazione che si impose nel Novecento ed ebbe una peculiare realizzazione con il fascismo.
Come avvenne in altri momenti e luoghi della storia europea, in nome dell’unità della patria e dell’emergenza rivoluzionaria, durante il Risorgimento si creò “una sorta di zona franca”, che consentì a molte donne “di lasciare abiti femminili, e talvolta anche legittimi consorti” per “prendere le armi contro nemici e pregiudizi”. Le idee di libertà ed eguaglianza ispirano l’intera vita della volontaria garibaldina Rosalia Montmasson, a differenza di quanto avviene per Francesco Crispi, per quattro volte presidente del Consiglio nel Regno d’Italia, il quale sacrifica, a quanto sembra senza troppi rimpianti, il suo passato di cospiratore e mazziniano al nuovo ordine istituzionale. Insieme a quel passato, l’onorevole Crispi riesce avventurosamente a rinnegare un matrimonio che, si evince dal racconto, aveva avuto per testimoni oltre a Garibaldi la regina Vittoria e la regina Margherita.
La figura di Rosalia Montmasson, la sua intensa vicenda privata e il suo ruolo nella grande storia ci vengono restituiti da una scrittura che trova nelle sue origini l’ascolto della “pressione sotterranea di un popolo di immemori che chiedono di oltrepassare la barriera del silenzio, raccontarsi”. La forza delle donne si palesa anche nei versi di Maria Attanasio, poeta per vocazione, come lei stessa ricorda, ancor prima che scrittrice.
(donne) Siamo come piante secolari
che non sanno di esserlo
abbiamo paura di tutto
eppure andiamo incontro a ogni cosa.
Maria Attanasio, La ragazza di Marsiglia
Sellerio, Palermo 2018
Eugenia Marcantoni