Schubert, Schumann e Brahms: anche loro in campo per i diritti umani
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A voler essere inguaribili romantici, il concerto dello scorso 24 febbraio si potrebbe titolare così. Un successo di musica e partecipazione. Amnesty International si sente a casa nel Tempio valdese a Milano: una collaborazione che va avanti da anni e che è sempre una garanzia.
Musica al tempio, l’associazione che organizza la stagione concertistica nella chiesa di via Sforza, ci dà ospitalità e noi del Gruppo 11 di Milano accettiamo con piacere l’invito, perché è l’occasione per raccogliere fondi e promuovere la raccolta di firme, l’arma non violenta di chi dal 1961 si batte per le persone che si vedono negate libertà, verità e giustizia. Protagonista della serata il duo composto da Leonardo Taio (viola) e Sofia Adinolfi (pianoforte).
Dopo il saluto di Alba Bonetti, presidente di Amnesty Italia (“Non sottovalutate il peso della vostra firma, conta moltissimo”), i concertisti hanno suonato per quasi un’ora e mezzo. Una coppia di giovani talenti: nato nel 1998, Leonardo Taio si è laureato in violino e viola con il massimo dei voti, è regolarmente invitato a suonare con l’Orchestra del Teatro La Fenice e la Filarmonica della Scala; Sofia Adinolfi, classe 1997, ha conseguito il diploma di II livello in pianoforte al Conservatorio di Bologna e ha ottenuto vari premi in concorsi nazionali e internazionali.
Pubblico soddisfatto, a giudicare dagli applausi, e disponibile a firmare per dire no alle esecuzioni in Yemen e Singapore. A proposito di quest’ultimo, le righe sulla cartolina da mandare all’ambasciata di Londra sono un efficacissimo slogan: “Il cibo delizioso, la storia, la natura… Amo Singapore, ma non me la sento di visitarlo fin quando non sarà abolita la pena di morte…”. Giri la cartolina e in primo piano c’è un cappio sullo sfondo del mare e di grattacieli ultramoderni.