L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | 2 | 3 | ||||
4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 |
11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 |
18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 |
25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 |
Ogni anno il 10 ottobre attiviste, attivisti e organizzazioni contro la pena di morte si mobilitano insieme per la Giornata Mondiale contro la Pena di Morte, perché il diritto alla vita è incluso nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e appartiene ontologicamente a ogni essere umano. Tale data nel corso degli anni è diventata un punto di riferimento per la campagna globale contro la pena di morte.
Nella stessa giornata si celebra anche la Giornata Mondiale della Salute Mentale, voluta dalla Federazione Mondiale della Salute Mentale. Il tema scelto per l’edizione 2023 è “La salute mentale è un diritto universale”, caldeggiato dai professionisti sanitari, dalle associazioni dei famigliari e degli/delle utenti, dalla gran parte dell’opinione pubblica a fronte dei dati preoccupanti che emergono dai rapporti dell’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Le persone con problemi di salute mentale e disabilità psicosociali sperimentano una ridotta aspettativa di vita rispetto alla popolazione generale, per problemi di salute psico-fisica. Lo stigma è un fattore determinante per la qualità dell’assistenza e per l’accesso ai servizi sanitari essenziali. Sin dal 2001 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva segnalato che in tutto il mondo la salute mentale era una dimensione della salute totalmente negletta e aveva richiamato tutti gli Stati a uniformare i loro sistemi sanitari nazionali agli standard internazionali. Nel 2004, sempre l’Oms, aveva lanciato lo slogan “La salute mentale è interesse di tutti”.
I principi dei diritti umani, inizialmente sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, furono riaffermati ulteriormente nel 1966 quando furono redatti due importanti trattati: la Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici (ICCPR) e la Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR). Tali convenzioni sono state ratificate da una vasta maggioranza di Paesi di tutto il mondo. Di conseguenza i governi di tutto il mondo hanno l’obbligo di proteggere i diritti umani dei loro cittadini.
Oltre a questi strumenti internazionali sui diritti umani, molti Paesi li proteggono specificatamente nelle loro legislazioni nazionali (ad esempio, attraverso le loro costituzioni). Molti principi nelle legislazioni nazionali sono stati ispirati e riflettono le convenzioni internazionali sui diritti umani. Garantire l’accesso ai servizi di salute mentale deve essere un obbligo e una responsabilità di tutti i Paesi. La discriminazione e gli stereotipi dannosi, nella famiglia, nelle scuole e sul posto di lavoro ostacolano il raggiungimento di relazioni sane, interazioni sociali e ambienti inclusivi necessari per il benessere di tutti i membri della società.
L’accesso a migliori condizioni di vita, sicurezza, cibo e alloggio sono elementi necessari per la salute mentale delle persone, e diritto universale di tutti i cittadini del mondo. La salute mentale è alla base della capacità umana di pensare, provare sensazioni, imparare, lavorare, instaurare relazioni profonde. “È uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”, secondo la definizione dell’OMS.
Molto spesso le cause della sofferenza psichica insorgono già durante l’adolescenza: un mix di genetica, fattori ambientali, la scolarizzazione, la qualità delle relazioni, l’esposizione alla violenza, la discriminazione, la povertà. È ormai accertato che fattori protettivi come l’essere circondati da cure amorevoli, ambienti scolastici sicuri e relazioni positive, un contesto inclusivo, non stigmatizzante e non discriminatorio, contribuiscono a ridurre il rischio di disturbi mentali.
Lo stigma e la discriminazione, nonché l’insufficiente offerta di servizi di prevenzione e cura della salute mentale e del benessere psicosociale, impediscono di ricevere assistenza e cure appropriate, in tempi brevi e in maniera continuativa. È decisivo mantenere vivo l’interesse verso il disagio psichico nell’intera comunità, non solo negli addetti ai lavori, in quanto il suo pronto riconoscimento e trattamento tutelano la salute e la vita stessa delle persone che ne sono affette con benefici evidenti anche sulla qualità della vita comunitaria.
Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, sin dal 2021 ha sottolineato la necessità di considerare la salute mentale come priorità globale. La pandemia, inoltre, ha avuto un forte impatto negativo sulla salute mentale delle persone e ha contribuito ad aggravare le lacune già esistenti nel supporto psicosociale, apportando molto spesso tagli ai fondi e limitazioni alle forme di aiuto, lasciando soli ed esclusi gli individui con problemi di salute mentale.
Questa carenza di sostegno porta alla negazione della dignità personale e dei diritti fondamentali e incrementa il rischio di esclusione, di rimanere senza casa e di essere soggetti a ulteriori violenze. Michelle Bachelet ha sottolineato l’urgenza per tutta la comunità internazionale, di “promuovere un cambiamento di paradigma nella salute mentale e di adottare, attuare, aggiornare, rafforzare o monitorare, a seconda dei casi, tutte le leggi, le politiche e le pratiche esistenti”.
L’Alto Commissario ha insistito sulla creazione di un sistema di assistenza basato sui diritti umani,con l’obiettivo di fornire un contesto di supporto che promuova la fiducia e che rispetti la dignità e i diritti fondamentali della persona in difficoltà, fornendo gli strumenti per rendere i soggetti agenti attivi del proprio recupero di salute e di benessere. La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità sottolinea la necessità di istituzionalizzare l’inclusione e di fornire maggiori servizi di assistenza. La richiesta rivolta ai governi è quella di considerare il tema della salute mentale come una reale necessità globale, di aumentare gli investimenti e di fornire politiche pubbliche, leggi e meccanismi che consentano la protezione e la promozione dei diritti umani delle persone con problemi di salute mentale.
L’Oms nel 2022 ha promosso l’iniziativa “QualityRights” che presenta un approccio alla cura basato sui diritti e orientato al recupero, affermando che l’adempimento del diritto alla salute mentale può rafforzare la dignità individuale e contribuire alla creazione di società più giuste, tolleranti e pacifiche.
Carlo Scovino
Bibliografia
Scovino C., Matti per i diritti umani, Ed. Arcipelago, Molinetto di Mazzano (BS), 2014 (testo patrocinato da Amnesty International)